Categoria catastale D7: a cosa corrisponde, requisiti e tasse (2024)

Con il passare degli anni, sia gli italiani che la pubblica amministrazione hanno avuto modo di imparare alla perfezione il metodo di categorizzazione e raggruppamento degli immobili dalle caratteristiche simili meglio conosciuto comeclassificazione catastale.

Nonostante ciò, può sempre capitare che, quando si parla di alcune tipologie di edifici, non si riesca ad individuare la categoria pertinente. Ciò accade, ad esempio, anche per l'individuazione dei requisiti fondamentali per collocare gli immobili nellacategoria catastale D7, non sempre conosciuti dai più. Facciamo quindi luce su questa categoria catastale e sulla sua destinazione d'uso, in modo tale da poter comprendere appieno di cosa si tratta.

  1. Categoria catastale D7: definizione e requisiti
  2. Cosa si può fare in un locale D7?
  3. Calcolo dell’IMU
  4. La differenza tra la categoria catastale D7 e la D8
  5. È obbligatoria l’APE per la categoria catastale D7?

Categoria catastale D7: definizione e requisiti

Come accennato in precedenza, vi sono degli immobili ben precisi che vanno a identificare la categoria catastale D7. Essi sono prevalentemente di due tipi: ifabbricaticostruiti e quelliutilizzati per attività di tipo industriale. Questi ultimi possono essere utilizzati per varie funzioni come ad esempio:

  • discariche;
  • impianti di lavaggio auto;
  • manutenzione dei veicoli;
  • deposito per attrezzi che si trovano sulle autostrade.

Una volta compresi quali siano gli edifici che rientrano nella categoria catastale D7, è necessario capire quali siano anche i requisiti per rientrarvi a tutti gli effetti. In questo caso, oltre a possedere il fabbricato, il proprietario deve dotarsi anche deimacchinari edelleattrezzatureper esercitare la propria attività professionale. In assenza di tali requisiti, non è possibile accatastare il proprio immobile in D7.

Categoria catastale D7: a cosa corrisponde, requisiti e tasse (1)

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Cosa si può fare in un locale D7?

Come già evidenziato in precedenza, la categoria catastale D7 identifica i fabbricati in cui vengono svolteattività di tipo industriale. Nello specifico, si tratta di:

  • gli impianti per ilrifornimento di carburante;
  • gliimpianti industriali;
  • icasellinegli svincoli autostradali;
  • gli impianti dilavaggio auto;
  • le discariche per lo smaltimento dirifiuti solidiurbani;
  • deposito di rottami;
  • lecentrali del latte;
  • le aree utilizzate daiconcessionari d’auto;
  • caselli ferrotranviari.

Per comprendere al meglio di quali immobili si parla, visionare unesempiodi categoria catastale D7, o meglio di fabbricato rientrante in tale gruppo, può tornare utile. Esempi che fanno comprendere la particolarità dellacategoria catastale D7così come, l’impossibilità di un impianto di cambiare funzione, la rende altrettanto particolare.

Calcolo dell’IMU

Quando si è proprietari di un fabbricato rientrante nel gruppo in oggetto, è necessario chiedersi se e quanto pagare diIMU per la categoria catastale D7. Per far ciò è necessario tenere a mente come effettuare ilcalcolo dell’IMUin base alla rendita catastale del fabbricato in questione

Nello specifico, per individuare gli importi dovuti in maniera precisa, bisogna calcolare la base imponibile: un valore che si ottiene moltiplicando larendita catastaledi un fabbricatoper 1.05 secondo i criteri stabiliti dalla rivalutazione automatica. In questo modo, si otterrà la base imponibile che va moltiplicata per il coefficiente della specifica categoria catastale. Per gli immobili della categoria catastale D7 è bene sapere cheil coefficiente è65.

La differenza tra la categoria catastale D7 e la D8

Se invece si volesse effettuare un confronto tra la categoria catastale D7 e lacategoria catastale D8, sarebbe possibile? La differenza sarebbe così netta? La risposta ad entrambe le domande è sì. Questo perché, come si è già detto a più riprese, lacategoria catastale D7si riconosce nei fabbricati ad uso industriale mentre laD8riguarda prettamente le attività commerciali.

Già da questa breve descrizione, si può comprendere che queste due categorie siano molto differenti l’una dall’altra. Entrando più nel dettaglio con degli esempi più chiari, nella categoria catastale D7 vi sono impianti comelavaggio autoeattività per la manutenzionedei veicoli.

Nellacategoria catastale D8vi sono macelli, depositi per lo stoccaggio, grandi negozi, centri commerciali. Così come per la categoria catastale D7, anche per la D8 è previsto il pagamento dell’IMU.A prescindere dalle imposte, emerge una sostanziale differenza tra la categoria catastale D7 e la D8 proprio per ciò che rappresentano.

Categoria catastale D7: a cosa corrisponde, requisiti e tasse (2)

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È obbligatoria l’APE per la categoria catastale D7?

Un altro aspetto importante da considerare nell’ambito della categoria catastale D7 èl’APE(Attestato di Prestazione Energetica APE e Classe energetica). Esso è un documento che va ad indicare laclasse di efficienza energeticadi un immobile tramite una sistema di classificazione che va dalla lettera A alla lettera G. Tale analisi, rappresenta una valutazione importante in termini di qualità dell’edificio stesso.

Secondol’articolo 3 del DPR 412/93, coloro che rientrano nella categoria catastale D7 devono presentare la documentazione APE. Secondo tale sistema, essi rientrano nella“classe E8”:edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

Ma chi si occupa di redigere la documentazione dell’APE? In questo caso, è fondamentale affidarsi adun professionista qualificatoe competente tra cui ingegneri, architetti, geometra o periti che, dopo un accurato sopralluogo,stilerà l’APEe lo depositerà presso l’ente regionale.

Come accennato in precedenza, l’obiettivo di tale documento è quello di certificare la qualità di una struttura. Pertanto, si tratta di una valutazione della prestazione energetica della struttura effettuata attraverso alcuni indici:

  • la classe energetica rivelata;
  • qualità energetica della struttura;
  • miglioramento dell’efficienza e della prestazione energetica.

Per quanto a volte occuparsi di tali documenti possa risultare dispendioso sia in termini di tempo che a livello economico, nel lungo periodo possono portare solo dei benefici. Una documentazione come l’APE, ad esempio, può portare a segnalare dellecriticità all’impianto termicononché ad individuare interventi che possano agevolare la struttura stessa in termini di efficienza, di consumi e di risparmio.

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Author: Saturnina Altenwerth DVM

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